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CARLO LEVI - IL VOLTO DEL NOVECENTO
CARLO LEVI "Il volto del novecento" 100 opere di Carlo Levi fra pitture e...

19/08/2013
 
 


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Seusier Paul
MONOGRAFIE » Artisti dalla S alla Z

 
   
FOTO PRESENTI 12
 
Serusier    Il talismano Paul
Seusier Paul
SERUSIER IL TALISMANO PAUL
1888. 27 x 91,5 cm. Musée d'Orsay. París. Francia.
Serusier Paul  Bagnanti con veli bianchi
Seusier Paul
SERUSIER PAUL BAGNANTI CON VELI BIANCHI
1908. 100,5 x 139,5 cm. Museo de Orsay. París. Francia.
Serusier Paul piccola bretone seduta
Seusier Paul
SERUSIER PAUL PICCOLA BRETONE SEDUTA
1895. 91,5 x 53,5 cm. Museo de Orsay. París. Francia.
Serusier Paul  Ritratto deiPaul Ranson con la túnica Nabí
Seusier Paul
SERUSIER PAUL RITRATTO DEIPAUL RANSON CON LA TúNICA NABí
1890. 60 x 45 cm. Colección privada.
Serusier Paul  Breton Eve
Seusier Paul
SERUSIER PAUL BRETON EVE
1890. 72,5 x 58,5 cm. Museo de Orsay. París. Francia.
Serusier Paul  Combattimento  bretone
Seusier Paul
SERUSIER PAUL COMBATTIMENTO BRETONE
Breton Wrestling 1890. 92 x 73 cm. Museo de Orsay. París. Francia.
Serusier Paul  Grammar
Seusier Paul
SERUSIER PAUL GRAMMAR
Descripción: 1892. 71,5 x 92 cm. Museo de Orsay. París. Francia.
Serusier Paul The Dowpour
Seusier Paul
SERUSIER PAUL THE DOWPOUR
1893. 73,5 x 60 cm. Museo de Orsay. París. Francia.
Serusier Paul  Sincronía in verde
Seusier Paul
SERUSIER PAUL SINCRONíA IN VERDE
1913. 81.4 x 60.3 cm. Museo de Bellas Artes de Bilbao. España.
Serusier Paul Le figlie
Seusier Paul
SERUSIER PAUL LE FIGLIE
Sérusier Paul ,
Seusier Paul
SéRUSIER PAUL ,
Primavera al Pouldu
Serusier Paul
Seusier Paul
SERUSIER PAUL
   

In ogni studio vi era un massier, scelto fra gli allievi e da loro eletto, il cui compito consisteva nel prevenire disordini eccessivi, nel badare alla stufa, assumere i modelli e sbrigare le pratiche amministrative. Paul Sérusier era il massier del cosiddetto ' piccolo atelier ' dell'Académie Julian nel sobborgo di Saint-Denis, dove insegnavano Lefebvre e Boulanger. In mezzo agli studenti che lo circondavano Sérusier si imponeva per la sua superiorità intellettuale e artistica; nello stesso tempo sapeva essere un compagno allegro e simpatico, pronto allo scherzo, pur stando sempre dalla parte dei deboli; era orgoglioso della sua forza fisica, del suo bell'aspetto, della sua splendida voce. Nato nel 1863, Sérusier aveva ricevuto una cultura superiore, si era interessato di teatro, aveva scritto alcune commedie in versi, dipinto scenari e lavorato per il teatro di marionette; aveva letto moltissimo e si era messo in mente perfino di studiare l'arabo. Dopo qualche opposizione da parte del padre alla carriera artistica, aveva ottenuto il permesso di entrare da Julian, dove si era subito distinto. Un suo quadro, dipinto secondo i concetti convenzionali dei suoi maestri, aveva ottenuto una ' menzione onorevole ' al Salon del 1888. Ma in quello stesso anno la sua breve amicizia con Gauguin gli aveva aperto improvvisamente nuovi orizzonti.Ritornato da Pont-Aven a Parigi, nell'ottobre 1888, Sérusier aveva mostrato il suo piccolo pannello alla cerchia ristretta degli amici intimi dell'accademia. Costoro, che si staccavano dalla maggioranza degli allievi ottusi e ignoranti, erano sempre alla ricerca di nuove idee, pronti a percorrere vie inesplorate. Erano tutti agli inizi, molto più giovani di lui: Pierre Bonnard, Édouard Vuillard, Maurice Denis, Félix Vallotton e Paul Ran-son. Dapprima il pannello di Sérusier sembrò loro quasi informe a causa della sintesi assoluta di tutti gli elementi. Con l'entusiasmo del neofita Sérusier era giunto a un limite di astrattismo più spinto di quello di Gauguin. Il quadretto, infatti, assomigliava a un puzzle, dipinto con pennellate di colori uniformi e un minimo di elementi naturalistici; in realtà, era difficile dire quale fosse la parte superiore e quale la parte inferiore. Alcuni tronchi d'albero azzurro pallido erano coronati da strati uniformi gialli e verdi, una chiazza blu rappresentava il ciclo che appariva tra le foglie, e i riflessi nell'acqua, dipinti con grande libertà, occupavano la metà inferiore del quadro. Spiegando il suo dipinto, Sérusier trasmise agli amici il ' messaggio ' di Gauguin, e cioè che invece di copiare la natura, come la si percepisce, si deve ' rappresentarla ' trasformandola in un giuoco di colori vivaci, accentuando gli arabeschi originali, semplici ed espressivi, per il piacere dell'occhio. La sua interpretazione degli ideali di Gauguin era affascinante, ma i suoi amici cercarono di non lasciarsi trascinare dall'entusiasmo. D'un tratto si presentava loro la soluzione di molti problemi che avevano appeno avuto il tempo di considerare e dei quali non si erano neppure resi conto. Sarebbe stato troppo semplice seguire Gauguin ed accettare le sue teorie. Potevano rinunciare alla loro curiosità, alla soddisfazione degli esperimenti, all'eccitazione delle scoperte improvvise, adottando il vangelo di Sérusier? Potevano cambiare la loro giovinezza intraprendente con una certezza assoluta? I principi di Gauguin, è vero, avrebbero potuto aiutarli a liberarsi dalle convenzioni del naturalismo, ma non rischiavano di offrire una formula troppo ristretta? E soprattutto vi erano ancora molti quesiti ai quali lo stesso Sérusier non sapeva dare risposta dal momento che il suo scambio d'idee con Gauguin si era limitato a poche ore.
I concetti di Gauguin divennero quasi un'ossessione per Sé-rusier, anche se egli si rendeva conto di quanto poco ne sapesse; per questo era tanto ansioso di rivedere il pittore. Durante le vacanze di Pasqua, in compagnia di alcuni allievi del-l'Académie Julian, si recò a Pont-Aven, da dove Gauguin scrisse a Bernard: « Sérusier sta arrivando e non parla che della sua evoluzione. Conta di soppiantare Lefebvre e di conquistare tutti quelli che lo circondano, mi dice. Io non ho visto niente di quello che fa »
Tuttavia Sérusier rimase dapprima alquanto disilluso a Pont-Aven e così scriveva all'amico Maurice Denis: « Mi sono accorto, dopo il mio arrivo, che Gauguin — che è con me — non è l'artista dei miei sogni; ho riscontrato nei suoi ragionamenti dei punti in cui non andiamo d'accordo e nelle sue opere una mancanza di delicatezza, una insistenza nel disegno illogica e puerile e una ricerca di originalità che arriva fino alla fumisteria. Mi sono perciò astenuto dal mostrargli ciò che ho fatto » 4. Ma tre giorni dopo Sérusier terminava la sua lettera con una nota più ottimista, scritta a Le Pouldu, una piccola spiaggia non lontana da Pont-Aven: « Sono arrivato ieri su queste meravigliose spiagge dove trascorrerò una quindicina di giorni solo con Gauguin, senza distrazioni, senza preoccupazioni e senza * aperitivi '. Sono preso dalle febbre del lavoro, va tutto bene... Credo che sono in procinto di fare finalmente qualcosa di buono »6.
Nel suo entusiasmo Sérusier trascrisse sulla parete della locanda il famoso credo tratto dalle memorie di Wagner: « Credo in un giudizio finale in cui saranno condannati tutti quelli che hanno trafficato con l'arte sublime e casta, tutti quelli che l'avranno sporcata e degradata con la bassezza dei loro sentimenti, con la loro vile cupidigia dei beni materiali. Credo al contrario che i discepoli fedeli della grande arte saranno glorificati e, circonfusi di un'aureola radiosa, di profumi, di accordi melodiosi, ritorneranno a perdersi nell'eternità in seno alla divina sorgente di ogni armonia »6.Ispirato da una devozione mistica per la propria vocazione, Sérusier non aveva ancora trovato l'espressione adeguata alle sue doti naturali. Il problema che lo assillava in modo particolare e che alla fine discusse con Gauguin viene formulato con queste parole: « Quale parte deve avere la natura nell'opera d'arte? Dove si ferma? Infine, dal punto di vista materiale dell'esecuzione, bisogna lavorare vicino alla natura o solamente guardare e poi ricordare? Una troppo grande libertà mi turba, me, povero copista, per cui mi trovo tante di quelle cose in testa, evocate dagli spettacoli di ogni momento, che la natura mi appare piccola e banale »
 




 
 
 

 


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