27/11/2008 Nicolas Schöffer
Nato il 6 settembre 1912 in Kalocsa (Ungheria), ha vissuto a Parigi dal 1936, divenne francese nel 1948 e morì nel suo atelier di Montmartre, Villa des Arts,...»
19/04/2005 Zandomeneghi fa da tramite e presenta agli amici fiorentini Guglielmo Ciardi, il quale si reca a Firenze e dipinge insieme a Telemaco Signorini, partecipando alle discussioni che si svolgono al caffè Michelangelo tra...»
PIERO DELLA FRANCESCA. RESURREZIONE DI CRISTO 1463 San Sepolcro, Pinacoteca Comunale
Gesù regge in mano il simbolo della Resurrezione: Croce rossa in campo bianco.
Buona Pasqua
EL GRECO, CRISTO PORTACROCE 1587-96 Barcellona, Museo Nacional de arte de Catalunya
Buona Pasqua
TIEPOLO. LA SALITA AL CALVARIO 1737- 1739
olio su tela; 450 x 517
Venezia, Chiesa di Sant’Alvise
Verso il 1740 il Tiepolo realizza tre grandi tele con la Passione di Cristo. La fonte d’ispirazione di questi capolavori sono Tintoretto e Tiziano, e in particolare l’Incoronazione di spine di quest’ultimo, oggi conservata al Louvre. Inoltre, nella Salita al Calvario fa la sua comparsa un nuovo interesse per il linguaggio di Rembrandt, come testimonia l’umano verismo con il quale sono resi i vecchi barbuti che sembrano ripresi dalle incisioni del maestro olandese. Di questa tela esiste un bozzetto conservato a Berlino; tuttavia mentre questo mostra una composizione aperta in senso orizzontale e, quindi più dispersiva, la trama del dipinto è più serrata e coerente, non solo per la centralità della collina sullo sfondo, ma anche per la più felice osservazione psicologica del Cristo, su cui s’incentra tutto il racconto. La composizione è grandiosa, con quinte scenografiche, punti di fuga e gran varietà di personaggi.
Buona Pasqua
EL GRECO. LA SPOLIAZIONE DI CRISTO “1580-1585; olio su tela; cm 165 x 99; Monaco di Baviera, Alte Pinakothek
Una folla di sgherri dai tratti rustici e volgari si accalcano ridenti intorno al corpo del Cristo mentre un loro compagno si appresta a togliere di dosso del Salvatore la veste, rossa come il sangue che di lì a poco sgorgherà dalle sue ferite; più in basso un altro aguzzino lavora al legno della croce mentre le tre donne - della cui presenza, incongrua sul piano testuale, il pittore dovette rendere conto ai suoi committente - rivolgono lo sguardo al legno sotto il quale dovranno piangere il loro amato. Ecco che El Greco riesce con estrema sintesi - nonostante l’ampio numero di figure che impiega, tanto da rendere lo spazio asfittico - a raccontare la passione di Cristo facendone intravedere l’epilogo. Di questa inconsueta iconografia, tratta dai Vangeli apocrifi e mirabilmente interpretata dal suo pennello, El Greco offrì molte repliche, a partire da quella dipinta nel 1577 per la cattedrale di Toledo; la versione della pinacoteca di Monaco è ritenuta una delle migliori anche perché maggiore fu l’intervento del capo bottega.
Buona Pasqua
GIUSEPPE GIOVENONE IL GIOVANE. SALITA AL CALVARIO (1524-1609)
Pervenuta nella restituzione del 1819; sono raffigurati S. Agata in primo piano, S. Bernardo e S. Antonio mescolati alla folla.
Buona Pasqua
BOSCH HYERONIMUS. SALITA AL CALVARIO 1515-6 Gand, Musèe des Beaux Arts
Buona Pasqua
BRAMANTINO. CROCIFISSSIONE 1520 - Pinacoteca di Brera, Milano
Bramantino (Milano 1465 - 1530).
Pseudonimo di Bartolomeo Suardi, pittore e architetto italiano fu allievo del Bramante, da cui trasse il soprannome. Attivo dal 1503 all’opera del duomo di Milano e per la famiglia Trivulzio, nel 1525 fu nominato da Francesco II architectum et pictorem nostrum, familiarem et curialem. Le scarse testimonianze cronologiche della sua opera rendono difficile stabilire con precisione le tappe del suo percorso. Nel 1508 si recò a Roma, dove studiò i monumenti antichi e lavorò ad affreschi (perduti) nelle Stanze vaticane.Con ogni probabilità poté ammirare "La scuola di Atene" di Raffaello, come si deduce dalla precisa struttura architettonica dei suoi dipinti. Tra le sue opere si ricordano "la Natività" e l'affresco della Pietà trasportato su tela (entrambe del 1490 ca., Pinacoteca Ambrosiana, Milano), "l'Adorazione dei Magi" (1510 - National Gallery, Londra), "la Crocifissione" (1520 - Pinacoteca di Brera, Milano). La sua pittura, influenzata in particolare dalla maniera di Mantegna e di Ercole de' Roberti, di forte effetto scenografico e dai toni drammatici. Per gli Sforza, il Bramantino svolse incarichi sia di ingegneria militare sia di architettura. L'unico suo edificio rimasto è la cappella di Gian Giacomo Trivulzio (1519 - San Nazzaro, Milano), a pianta centrale.
Buona Pasqua
HAYEZ FRANCESCO . CROCIFISSIONE
Un Crocifisso con la Maddalena genuflessa e piangente
Il dipinto costituisce una delle rare opere sacre di pubblica destinazione eseguite dall’artista, che reinterpreta, secondo la personale poetica romantica, un tema caro alla tradizione.
Esposta a Brera nel 1827 l’opera subì in seguito interventi di restauro anche da parte dello stesso artista: risale tuttavia al 1992 il restauro definitivo, che ha riportato l’opera ad un nuovo splendore.
L’opera si pone come una sintesi altissima dei valori romantici sia dal punto di vista dell’equilibrio strutturale, sia dal punto di vista propriamente pittorico, giocato su efficaci effetti cromatici e di luminosità.
Di grande suggestione la figura della Maddalena, che si ritroverà in altre opere dell’artista: la donna è qui colta in un momento di dolore composto carico di dignità e consapevolezza.
Buona Pasqua
MASACCIO. CROCIFISSIONE
Buona Pasqua
HOLBEIN HANS IL GIOVANE CRISTO MORTO 1521 Basilea, kunstmuseum
Buona Pasqua
BOTTICELLI SANDRO COMPIANTO SUL CRISTO MORTO Olio su tavola; m1,80x1,76. Roma, galleria Borghese
Per poter comprendere appieno la complessità iconografica di un'opera come la Pala Baglioni (altro nome per indicare quest'opera, oltre che Trasporto di Cristo), bisogna essere a conoscenza dei fatti che ne determinano la commissione. Molto probabilmete la tavola è voluta da Atalanta Baglioni per commemorare la morte del figlio Grifonetto, vittima della sua stessa violenza: nel luglio del 1500, dopo il banchetto per le nozze di suo cugino Astorre Bagioni con lavinia Colonna, Grifonetto uccide molti membri rivali della sua stessa famiglia passandoli a fil di spada. Trovatosi senza l'appoggio della madre, inorridita per l'accaduto, Grifonetto torna a Perugia, dove Gianpaolo Baglioni, miracolosamente scampato alla strage, riesce a vendicarsi uccidendolo. Poco prima di morire, però, Grifonetto è raggiunto dalla madre e dalla moglie, che lo inducono a perdonare i suoi assassini. Impossibilitato a parlare, Grifonetto tocca, in segno di assenso, la mano della madre. Il gesto provoca l'ammirazione generale ed Atalanta si ritira fra le mura domestiche con i vestiti del figlio intrisi di sangue. L'episodio spiega bene l'evoluzione dell'idea di Raffaello, che possiamo seguire tramite i disegni preparatori, ben sedici: in principio l'urbinate ha in mente un semplice compianto sul Cristo morto, cui si aggiunge, in secondo momento, il gruppo con lo svenimento di Maria. Successivamente pensa però di mutare l'idea del "compianto" con quella del trasporto del corpo di Cristo, probabilmente per rendere ancora più esplicita la tragicità della scena e per avvicinarsi ulteriormente al dramma che si trova all'origine della commissione pittorica: lo strazio della madre che si vede portar via il figlio inghiottito dalle tenebre del sepolcro. Dal punto di vista formale, al di là dei riferimenti classici al Trasporto di Meleagro, non si può fare a meno di notare che la posizione del corpo di Cristo richiama enormemente quella della Pietà di MIchelangelo che Raffaello potrebbe aver visto in un viaggio a Roma intorno al 1506. Viaggio considerato indispensabile da gran parte della critica per spiegare certe scelte figurative e certe conoscenze da parte dell'urbinate. Del resto, ancora a Michelangelo si deve l'impianto del gruppo con lo spasmo di Maria che, chiaramente, riprende l'immagine del Tondo Doni, anche se adattata e trasfigurata dalla grazia di Raffaello. Dal punto di vista compositivo, probabilmente per ricordare l'episodio di Grifonetto (tradizionalmente da identificarsi con il giovane trasportatore a destra) che tocca la mano della madre, Raffaello ha collocato la mano del Cristo e quella della Maddalena che lo accompagna al sepolcro, quasi all'incrocio delle diagonali che governano la disposizione degli elementi della scena. La composizione basta sul triangolo si rivela fondamentale e particolarmente significativa nel dipinto. La matrice compositiva geometrica infatti, evidenzia ancor più l'impianto originale, comprendente soltanto il trasporto del corpo di Gesù. Completano la pala la cimasa con l'Eterno fra i cherubini, attribuita a Domenico Afani e conservata presso la Galleria Nazionale dell'Umbria a Perugia, nonchè le tre predelle che mostrano le Virtù teologali con angioletti. In particolare, la vicinanza della Carità con la Sibilla delfica di Michelnagelo, ha indotto parte della critica a ritenere che la pala possa essere stata completata verso il 1509.
Buona Pasqua
RUBENS PAUL, LA SEPOLTURA DI CRISTO 1612, Los Angeles paul Getty Museum
Buona Pasqua
ARTISTA NORDICO RESURREZIONE DI CRISTO CON ANGELO Seconda metà del secolo XVII
Olio su tela
Cm 92x68
Buona Pasqua
VERONESE,PAOLO IL CALVARIO, 1580 circa. Musée du Louvre, Parigi
Buona Pasqua
BELLINI GIOVANNI LA RESURREZIONE DI CRISTO 1475-79 Berlino gemaldegalerie
Buona Pasqua
TINTORETTO JACOPO LA RESURREZIONE DI GESU' (1518-1594)
Chiesa di San Cassiano - Venezia
Buona Pasqua
TURA PIETà
Buona Pasqua
COSME TURA PIETà
Venerdì Santo: Gesù porta la croce lungo il sentiero della via Dolorosa, una salita che porta al Monte Calvario ( o Golgota ) tra una folla di gente; tra queste persone ci sono anche i due ladroni, la Madonna, Giovanni Evangelista, la Veronica e il Cireneo. Le fonti sono: i Vangeli canonici, il Vangelo apocrifo di Nicodemo e le tradizioni medievali. Queste immagini ebbero una importante divulgazione a partire dal XVIII secolo , dopo che vennero istituite le "stazioni" della Via Crucis.
Simone Martini, Salita al Calvario
Venerdì Santo. Ora nona La figura centrale è Gesù Cristo sul Monte Calvario, ma naturalmente la scena può essere ampliata con numerosi personaggi. Le fonti sono naturamente provenienti dai Vangeli canonici. Il Crocifisso è da sempre il simbolo del Cristianesimo
Breu Jorg , Erezione della Croce
Compiantosu Cristo morto , Pomeriggio del Venerdì ai piedi della Croce, oppure nei pressi del sepolcro. Le fonti :Accenni nei Vangeli canonici, ma soprattutto dalla tradizione devozionale.Si usa anche il termine "Pietà"
Mantegna Cristo Morto
Deposizione, Pomeriggio avanzato del Venerdì Santo. Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo si occupano della sepoltura di Gesù in una tomba scavata nella roccia, poco lontano dal Calvario.Le fonti: Vangeli canonici e Apocrifi della Passione, ripresi nella leggenda Aurea.
Caravaggio Deposizione nel sepolcro
Resurrezione, Domenica di Pasqua , al santo sepolcro Cristo risorto e soldati a guardia del lo stesso.Nella storia dell'Arte la scena viene impostata in due modi :Quella maggoiormente frequente vede Gesù uscire dal sepolcro e librarsi nel cielo, l'altro dove Cristo emerge dalla tomba , ancora fisicamente rappresentato.Per le fonti: nessuno dei Vangeli racconta l'episodio ,le immagini vengono desunte dall' esegesi successiva.
L'Orbetto Resurrezione Piero della Francesca Resurrezione
Opere proposte come esempi di periodi artistici diversi
Pontormo la Deposizione
Pordenone crocifissione