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2024
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CARLO LEVI - IL VOLTO DEL NOVECENTO
CARLO LEVI "Il volto del novecento" 100 opere di Carlo Levi fra pitture e...

19/08/2013
 
 


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Micheli Guglielmo
MONOGRAFIE » Artisti dalla M alla R

 
   
FOTO PRESENTI 3
 
Micheli GuglielmoB ambine sulla spiaggia (
Micheli Guglielmo
MICHELI GUGLIELMOB AMBINE SULLA SPIAGGIA (
Guglielmo Micheli 1890) olio su tavola, cm 20,5x33,5 Firmato in basso a destra: G. Micheli Museo G. Fattori, Comune di Livorno Pubblicata da Somarè nel 1940 come appartenente alla raccolta Micheli, tale marina deve ascriversi a quella produzione di tono idilliaco, comprendente anche un'opera del Museo Civico di Livorno, Ragazza seduta (Castelli 1957, p. 348), dove emerge, a fianco della lezione di Fattori, la nota emotiva originale delle marine di Micheli, ovvero quella "luce crepuscolare" (ibidem) che giunge a rinnovare il repertorio iconografico del maestro, secondo la tendenza individuata da Somarè, che nel 1939 appare intento ad una rilettura dell'artista in un suggestivo controluce con la tradizione macchiaiola: "La pittura di Micheli è una conseguenza della pittura macchiaiola e fattoriana, che si è concretata in termini originali. Essa procede da un insegnamento efficace e si sviluppa in una direzione liberamente personale: il suo vero è il vero visto dagli occhi, amato dall'animo, sofferto tecnicamente da questo acuto pittore" (Somarè 1939, p. 368). L'inflessione "crepuscolare" di Micheli rispetto al modello macchiaiolo si coglie appieno in questa marina, dove il tratto sintetico e la stesura sommaria di derivazione fattoriana si combinano con una delicata sensibilità cromatica che, pur nell'orchestrazione di pochissimi toni, riesce ad evocare un episodio di grazia infantile. Con quest'opera Micheli dimostra di aver già esaurito parte di quel percorso che dall'osservanza della macchia doveva condurlo alle soglie delle nuove sperimentazioni luminose, e di essere approdato ad una maniera personale: "la pittura dal tocco leggero, per intenderci, dalla struttura semplicissima, dalle preziose sfumature ed il colore consunto, tra cui qua e là la nuda tavola affiora con sapiente malizia" (Castelli 1957, p. 350).
Micheli guglielmo Porto di Livorno
Micheli Guglielmo
MICHELI GUGLIELMO PORTO DI LIVORNO
Micheli Guglielmo porto di Livorno
Micheli Guglielmo
MICHELI GUGLIELMO PORTO DI LIVORNO
   
Guglielmo Micheli (Livorno 1866 - 1926) Nato a Livorno nel 1866, Micheli è avviato all’arte da Natale Betti. S'iscrive poi, a Firenze, alla Scuola libera del nudo diretta da Giovanni Fattori, di cui diviene l'allievo prediletto. Nel 1891 esordisce alla Promotrice fiorentina; nel 1892 partecipa all’Esposizione di Belle Arti a Roma; nel 1895, sempre a Roma, partecipa all’Esposizione della Società Amatori e Cultori. Dal 1894 al 1906 vive a Livorno, dove fonda e dirige, al piano terra di Villa Baiocchi, una Scuola di disegno frequentata da molti giovani del luogo, tra i quali Amedeo Modigliani, Llewelyn Lloyd, Manlio Martinelli, Gino Romiti. Frequentatori abituali dello studio del Micheli erano anche Benvenuto Benvenuti, Oscar Ghiglia, Renato Natali e Raffaello Gambogi; e durante i mesi estivi capitava di incontrarvi Giovanni Fattori, che soggiornava nella natia Livorno. Micheli risentì dell’insegnamento del maestro macchiaiolo soprattutto nei suoi primi saggi, di ambito fattoriano per stile e soggetto (paesaggi con animali, soprattutto buoi e cavalli) ma troverà presto una propria autonomia espressiva. Fattori ebbe sempre per lui grande stima: "Io ho insegnato a Memo a far cavalli e lui a me a far marine", amava ripetere il maestro. Nella maturità Micheli si dedica infatti al paesaggio, con risultati particolarmente brillanti nelle luminose marine. Continua, all’inizio del secolo, ad esporre: tra 1901 e 1906 è alla Promotrice fiorentina; nel 1906 all’Esposizione Nazionale di Milano. Dal 1907, per circa vent'anni, Micheli insegna in svariati istituti d’arte italiani: nel 1907 è ad Aqui, poi a Iglesias, Cortona, Sassari, Caltanissetta, Bari, Pisa e, infine, ad Arezzo. Si dedica, oltre che alla pittura ad olio, anche all’acquarello, al pastello, all'incisione e al disegno illustrativo di libri. Testi: Gioela Massagli



Micheli risentì dell’insegnamento del maestro macchiaiolo soprattutto nei suoi primi saggi, di ambito fattoriano per stile e soggetto (paesaggi con animali, soprattutto buoi e cavalli) ma troverà presto una propria autonomia espressiva




 
 
 

 


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